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Recessione tecnica, ‘-0,2%’
Dati Istat del Pil: recessione tecnica

Recessione tecnica, ‘-0,2%’

Nel corso del 2018 si è registrata una contrazione del Pil consecutiva del terzo (‘-0,1%’) e del quarto trimestre. Il dato riguardante quest’ultimo trimestre è del ‘-0,2%’. Questo fenomeno viene definito: “recessione tecnica“.

Ma cosa vuol dire? Non è complicato: il Prodotto Interno Lordo (Pil) ha avuto segno meno per due trimestri consecutivi. Se, invece, avesse avuto segno meno in un lasso di tempo pari o superiore ad un anno, allora si sarebbe trattato di una recessione economica. Si parla, poi, di crisi economica quando la variazione negativa del Pil supera il ‘-1%’.

La recessione che ha interessato l’Italia, nel corso dell’anno precedente, è una cosa normale del ciclo economico: ad una fase di prosperità segue una fase di rallentamento della crescita. Importante sapere che, nella maggior parte dei casi, è un fenomeno endogeno: cioè che non dipende da fattori esterni all’economia.

Giuseppe Conte e Giovanni Tria
A sinistra Giuseppe Conte, a destra Giovanni Tria

Nel nostro caso riguarda il ciclo economico europeo. Lo avevano già preannunciato il Premier Giuseppe Conte e il ministro dell’economia Giovanni Tria. A soffrirne sono state soprattutto le banche italiane, ma lo spread non ne ha risentito.

Ovviamente non c’è da rallegrarsi – neanche da preoccuparsi troppo però – ma è stato comunque previsto dallo stesso Conte una ripresa del ‘+1%’ per quest’anno (in particolare nel secondo semestre del 2019).

Carlo Cottarelli
Carlo Cottarelli, ex commissario per la revisione della spesa

Una previsione questa un po’ troppo ottimistica per l’ex commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli: al massimo si potrà registrare il ‘+0,4%’. Non ci demoralizziamo: basti sapere che è un fenomeno comunque transitorio.

Come al solito il PD si scaglia contro il governo, incolpandolo della situazione, dimostrando di essere sempre più superficiale:


Martina: “Di Maio ministro della recessione”
Più duro il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina. “Di Maio è il Ministro della recessione. Senza vergogna parlava di boom economico. Ora fugge dalle sue responsabilità. Se avesse davvero a cuore l’Italia cambierebbe strada”, ha scritto su Twitter. “Naturalmente Di Maio dà la colpa
ai governi Pd, ai governi di prima, a me: è la tragedia disperata di un uomo ridicolo”, ha commentato invece con un video su Facebook Matteo Renzi.

la Repubblica.it

Ormai la sinistra si rivolge – da come si può evincere – agli elettori di bocca buona, che sono tipici della destra berlusconiana; un tentativo davvero penoso per tentare di restare sulla cresta dell’onda. Nel video, Renzi parla di presunti meriti per una crescita, riferendosi al periodo del suo governo. Ci ricordiamo quando si vantava di una crescita dello “zero virgola”? Ormai avremmo dovuto capire che tali segnali positivi – o negativi – del Pil, così minimi, non dipendano affatto dall’operato dei governi: sono flessioni fisiologiche di un sistema economico sempre più globalizzato. Meriti o demeriti, insomma, inesistenti!

Si spera che da Marzo, col reddito di cittadinanza, possano riprendere i consumi, e che ciò possa coadiuvare la ripresa! Bisogna aggiungere, però, che il nostro paese ha i suoi problemi strutturali: imprenditori poco istruiti, mancanza di investimenti in infrastrutture, deficit strutturali della giustizia civile, burocrazia asfissiante. Dovremmo risolvere anche i problemi a casa nostra per poter ricominciare a sperare, ma confidiamo nelle idee fresche del governo.

Anche se, al momento, la definizione di “recessione tecnica” non ci restituisce un’analisi profonda – ed esaustiva – della nostra economia, e neanche la durata del fenomeno in questione; possiamo anche permetterci, quindi, di essere un po’ ottimisti per il futuro.

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Dario Minore

Appassionato di tecnologia, e dei libri di Italo Calvino.

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